
Run della Merla
Rotta nordica da Roma per la decima edizione del cimento invernale che coinvolge i soci intrepidi del Roman Village HOG Chapter. Il direttore Claudio Forbicioni e il suo vice, Sandro Molinari, disegnano un itinerario che i partecipanti scoprono solo strada facendo


La regola del Run della Merla non cambia: itinerario da scoprire col sorriso, vietato lamentarsi. Meglio riempire le borse di spuntini per affrontare lunghe tratte. Ci ritroviamo a Salaria Est, nostro consueto punto di partenza per il nord. Parole d’ordine: freddo e neve. Pigiamo i bottoni: si parte alle 8 e 30 in punto, risalendo lo Stivale il freddo è secco, ma pungente. Ogni 300 km circa si fa rifornimento, cercando d’indovinare la meta successiva. Al bivio di Bologna ci dirigiamo verso Padova, poi puntiamo sul Friuli. Alle 19 e 30 siamo in Slovenia. Nel casinò di Nova Gorica si gioca, si ride, si perde o si vince, ma siamo già contenti della prima tappa. L’indomani il gruppo si compatta, foto di rito e bottone. Dopo altri 300 km verso nord la arriviamo in Austria e sostiamo presso H-D Graz. Le ragazze del negozio ci accolgono con sorrisi stupiti. Dalle borse saltano fuori porchetta, pane, dolci, salami, ‘nduia e mozzarelle. Dopo 10 ore di viaggio a Vienna, alle 19. Ore 20: cena in birreria tipica viennese e poi giro notturno, incuranti del freddo.
Il terzo giorno ripartiamo e il termometro scende, la foschia umida entra nelle ossa. Al freddo il viaggio è estenuante, la neve aumenta sulle strade. In Germania arriviamo all’Elefantetreffen. Se noi siamo pazzi, non avete idea di quanto lo sia chi partecipa a questa kermesse annuale. A temperature tra 12 e 15 gradi sottozero bevono, fumano e si rotolano nel fango come fosse un habitat naturale. Migliaia di moto: dal Ciao al sidecar, vespette e boxer, il mondo delle 2 ruote si mischia. Pranzo al sacco e si riparte, dopo 120 km siamo a Monaco di Baviera. Dopo una breve doccia voliamo in una piccola Oktoberfest: mega birreria con orchestra tipica, brindisi continui fino alle 23, passeggiata fino alla cattedrale e rientro. Freddissimo anche il quarto giorno, dopo Germania e Austria arriviamo in Svizzera, percorrendo un sacco di chilometri tra splendidi paesaggi invernali. Con orgoglio i due organizzatori ci guidano presso un laghetto dove pranziamo nuovamente al sacco. Alle 16 si pigia il bottone e risaliamo le Alpi elvetiche, innevate e meravigliose. Cavalcare un’Harley per 200 km tra rocce e neve è meraviglioso; non si spiega, si può solo vivere. Dopo 2 ore la nostra meta è Lugano. Nel lusso della città si notano i nostri abiti e i gilet; ci sentiamo veramente ricchi di emozioni. Tra un Rolex e una bistecca si arriva in hotel, preparandosi per l’ultimo giorno.
L’indomani bottoni pigiati alle 8 in punto e via, verso il confine, sotto una pioggerellina fine. Si sosta a Reggio Emilia, al ristorante La Merla! Stupore e allegria accompagnano il pranzo, poi camminiamo emozionati sulle terre di Ligabue: il mitico pittore abitò accanto al ristorante. Il sole si affaccia e, nonostante il freddo, ripartiamo felici. Dopo gli ultimi 350 km ci raduniamo a Fiano Romano: saluto finale, brindisi e poi tutti a casa. Il Run della Merla si conclude al meglio. Cosa ci riserverà il 2026?







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